consigli per vivere bene col covid19

Tutta colpa del virus? (seconda parte)

Dopo l’avvento del Covid19 viviamo questo periodo in maniera stravolta. Ciò non significa peggiore, ma certamente diversa. Impariamo qualcosa dallo stile di vita dei gatti!

Vediamo come ampliare i vari punti dell’articolo precedente mettendo a fuoco altri aspetti emersi in questo periodo.

Cibo sano

Ritorniamo sul cibo sano: sicuramente avrete già bandito dalla tavola la maggior parte dei carboidrati raffinati, l’eccesso di lieviti e gli zuccheri semplici, vero? Non siete voi ad aver saccheggiato farina e lievito di birra, non sono vostre tutte quelle foto di pizze che si vedono in giro, vero?

Per migliorare la nostra alimentazione, in questo momento di minore attività fisica si potrebbe introdurre un’altra buona abitudine: l’eliminazione di tutti i carboidrati dopo le ore 17, a parte gli ortaggi. Le verdure - e spero fresche e bio - contengono effettivamente piccole quantità di carboidrati, ma in una forma a lentissima cessione; sono anche ricche di sali minerali e, se consumate crude e raccolte da poco, anche di alcune vitamine. Purtroppo queste vanno perse progressivamente dopo la raccolta, con la conservazione e l’eventuale cottura.

La verdura fa bene ugualmente: apporta fibre di diverso tipo (non tutte per tutti), ha poche calorie (attenzione ai condimenti e alle ricette: la parmigiana di melanzane non è esattamente un piatto dietetico!) e soprattutto ogni genere si caratterizza per effetti benefici.

Come trarre questi benefici? Senza entrare in una complessa digressione, consumare solo le verdure tipiche della stagione, accertarsi della provenienza non coltivata in serra, scegliere prodotti a maturazione (le “primizie” sono vuote dal punto di vista nutrizionale, mentre le foglie esterne, più verdi e dure, di un cespo di insalata, che solitamente vengono buttate, sono le più ricche).

Le insalate, i radicchi di campo per chi può, i ravanelli e gli asparagi: la Terra li offre ora perché necessari. Evitiamo pomodori di serra, peperoni e melanzane: se non ci sono nell’orto (anche idealmente) non devono stare nel piatto.

Anche l’apporto di proteine è importante, scegliendo dapprima le fonti vegetali: piselli e fave fresche, di stagione, o i sempre ricchi e gustosi legumi secchi, da ammollare e cuocere lentamente - il tempo non ci manca - che vanno riservate al pasto di metà giornata se abbiamo scelto di non consumare carboidrati la sera (i legumi ne contengono comunque una quantità prevalente sulle proteine).

Un piatto di verdure e legumi, senza pasta, riso, patate o pane, è comunque un buon compromesso per il pasto serale, anche per soddisfare il gusto.

Per chi proprio non riesce a rinunciare alle fonti animali, bastano 2-3 pasti a settimana di carne o pesce, uova, latticini molto stagionati e in piccole quantità. Ottime le uova, di fonte certa e sana, sintesi di proteine e grassi salutari insieme all’olio EVO (anche in questo caso attenti alla qualità) e al burro freschissimo o chiarificato; non manchino mandorle e noci, piacevoli al gusto, pratici spuntini (meglio di molti snack industriali) e miniere di… tutto!

Attività fisica

L’attività fisica, ahimè, è ora confinata entro le mura di casa, per chi è più fortunato in giardino. Chi non sa come fare, come muoversi, da dove iniziare, può aiutarsi con una delle molte videolezioni che la rete propone.

Anche per questo, usiamo la testa: non ha senso saltare da uno all’altro, fare un po’ questo e un po’ quello: l’esercizio ha bisogno di ripetizioni costanti per dare risultati. Chi non ha già un programma che faceva in palestra, o non ha gli strumenti, scelga 1-2 “stili” e li segua, magari alternandoli.

Per esempio, potenziamento muscolare e mobilità articolare, o step (attività aerobica) più allungamento. Molti programmi sono in realtà già completi: scegliere e continuare. Visto che l’unione fa la forza, datevi appuntamento in telechiamata con qualche amico: sarà lo stimolo a non rimandare sempre al giorno dopo (questa è un’idea della mia amica Giorgia, che lo fa già da un po’).

Nutrire la mente

Ma non di solo pane vive l’uomo: nutriamo anche la mente. Iniziamo da che cosa ascoltiamo e vediamo dai media: il tema dominante è il Covid ma il telecomando è il nostro, la scelta sul web la facciamo noi.

Centellinare gli aggiornamenti (direi che ormai ne basti uno al giorno), evitare le trasmissioni allarmistiche o tristi durante i pasti (si associa il pensiero negativo al cibo, che non potrà certo portarci vitalità bensì paura, tensione, allarme… che si trasforma immediatamente in infiammazione).

Si può invece parlare, ascoltare musica, guardare documentari…anche semplicemente concentrarsi sul cibo, sui sapori, masticare meglio e darci il tempo; tempo che di solito non abbiamo, ma ora si. Cambierà la consapevolezza con cui mangiamo, forse cambieranno anche i gusti e le abitudini, senza fatica, solo per più attenta osservazione delle nostre sensazioni.

Emozioni

Emozioni continue: questo momento ci fa vivere emozioni continue… ognuno provi a scrivere un elenco degli stati d’animo che ha percepito in queste settimane.

Potrebbero essere senso di costrizione, per la mobilità limitata, di privazione (dal contatto con i propri cari, dalle normali attività e passatempi; magari la corsetta o il giro in bici, la colazione al bar con caffè, cornetto e chiacchiere, la cena con gli amici il sabato sera, ma anche il proprio lavoro, per chi lo ama e ne sente la mancanza…).

Come non citare il dolore e l’enorme tristezza per le vicende umane personali, vicine o anche riportate, la rabbia espressa con aggressività (quanta se ne percepisce anche dagli scritti!) che forse era preesistente e ha trovato il suo bersaglio nelle scelte del Governo, del datore di lavoro, nei controlli delle Forze dell’Ordine (che ci tutelano eppure…), nel vicino di casa o nello sconosciuto che passa per la strada.

Potremmo avere vissuto anche gratitudine (ad es. per chi cura tra enormi difficoltà pratiche ed emotive), fratellanza (siamo tutti sullo stesso piano), compassione (letteralmente “sentire con”), serenità (che non è esclusa, anzi), gioia (magari per il molto tempo insieme alla famiglia, ai propri animali, ai libri…).

Continuate voi il vostro elenco, e ad ogni emozione dedicate un GRAZIE: perché sono le emozioni che ci fanno umani, tutte e senza giudizio, ma con consapevolezza. Io provo “questo” ma non sono “questo”, non mi lascio travolgere, sono io che guido.

Consigli e conclusioni

Il consiglio? È semplice: incomincio da me. Faccio piccoli cambiamenti nel quotidiano, anche un obiettivo al giorno, un pensiero centrante che si può scrivere su un post-it da attaccare allo specchio del bagno e trasportare nei vari luoghi dove si svolge la giornata.

Cambio i miei pensieri, cambio le mie parole: elimino le forme passive, quelle negative, le lamentele, le critiche, i riferimenti al passato e al futuro. Cerco di stare nel presente e… al prossimo articolo!

Quando ci sentiamo travolti dagli eventi, impotenti per la nostra dimensione individuale messa a confronto con situazioni planetarie e queste ultime, ripetute e amplificate dai mezzi di comunicazione, proviamo a pensare che in Australia, dove il fuoco ha devastato per 240 giorni, stanno rinascendo splendide forme di vita, nuovi (o antichi) equilibri. Dare tempo, attendere, stare invece di fare, mentre la foresta ricresce.

Con i sensi attenti all’esterno come all’interno, “dreaming but not sleeping”. Come i gatti.

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